Eco-Politiche

La crisi climatica non è solo un’emergenza ambientale: è una questione di giustizia sociale. Le sue conseguenze colpiscono soprattutto chi ha meno risorse e voce, ampliando disuguaglianze già esistenti. Per affrontarla davvero, serve un cambiamento profondo che metta al centro i diritti e l’equità.

Crimini ambientali, ecomafie, territori devastati dall’illegalità e poi dimenticati. Questo articolo racconta la realtà delle mafie verdi, che speculano su rifiuti, bonifiche e transizione ecologica, lasciando dietro di sé malattie, povertà e stigma sociale. Dalla Terra dei Fuochi al quartiere Tamburi di Taranto, un viaggio nei luoghi feriti, ma non rassegnati, dove resistenza e denuncia cercano di riaccendere la speranza.

Caccia ai tempi del DDL 2025: cosa cambia davvero? Un nuovo disegno di legge rilancia il dibattito sull’attività venatoria in Italia, tra spinte alla regionalizzazione, critiche ambientali e preoccupazioni sulla sicurezza. In questo articolo analizziamo cosa prevede la riforma, tra verità, fake news e domande aperte su biodiversità e futuro del territorio.

Il primo allevamento intensivo di tonno rosso in Europa nascerà a Puerto Castellón, Spagna, sollevando dubbi su sostenibilità e benessere animale. Next Tuna promette innovazione e minore pressione sulla pesca, ma ambientalisti e scienziati avvertono: allevare un predatore marino non è come allevare salmone o orate. L’Europa saprà bilanciare innovazione e tutela ambientale? Il tonno rosso diventa simbolo di una sfida globale tra profitto e natura.

Dietro le iniziative green di governi e istituzioni spesso si nasconde una regia mediatica più che ecologica. Dalle giornate dedicate all’ambiente alle leggi piene di scappatoie, il rischio è che il verde serva solo a mascherare l’inazione. Un’indagine critica sul fenomeno del greenwashing politico e su quanto davvero pesano, nella realtà, le ecopolitiche di facciata

E se la pace cominciasse dalla terra? Non solo come metafora, ma come agenda politica concreta. In un mondo segnato da crisi ecologiche e disuguaglianze crescenti, pensatori come Vandana Shiva propongono un’alternativa radicale: costruire relazioni pacifiche attraverso la cura dell’ambiente, la giustizia climatica e la sovranità dei territori. Un modello da adattare, non da copiare, che può ispirare anche l’Europa.

Negli ultimi anni, sempre più aziende e investitori si sono abituati a un acronimo che promette di rivoluzionare il capitalismo: ESG, ovvero Environmental, Social and Governance. Tre parole chiave, tre aree su cui valutare quanto un’impresa sia realmente sostenibile: non solo in termini ambientali, ma anche nei suoi impatti sociali e nel modo in cui è gestita. In teoria, si tratta di una svolta etica. In pratica, il dibattito è molto più complicato.

La sostenibilità è diventata un potente strumento narrativo anche per la politica. Ma cosa succede quando le leggi ambientali indossano l'abito verde solo per convenienza? Tra parole chiave come "transizione ecologica" e "carbon neutral", si nasconde spesso un greenwashing legislativo che rischia di frenare il cambiamento reale.

In un mondo in cui lo spazio urbano è spesso abbandonato o mal utilizzato, il Social Hub di Roma dimostra come la rigenerazione possa trasformare luoghi dimenticati in centri pulsanti di innovazione e comunità. Un progetto che ci ricorda che ogni città ha un potenziale dormiente, basta scegliere di valorizzarlo.

Le soluzioni per un futuro più sostenibile esistono già, ma vengono applicate a rilento. Colpa della burocrazia, di interessi economici o di una politica che fatica a decidere? Comuni, regioni e stato si dividono le responsabilità, ma il coordinamento è spesso carente. Il risultato? Innovazioni ferme, rifiuti non gestiti e opportunità sprecate. Chi deve davvero agire per il cambiamento?

In un mondo sempre più minacciato dalla crisi climatica, alcuni Paesi si stanno distinguendo per sostenibilità, autosufficienza e politiche lungimiranti. Ma qual è il loro segreto? È solo una questione di risorse o dietro c’è un mix di scelte politiche, innovazione tecnologica e cultura civica? In questo articolo scopriamo chi sono i veri campioni della sostenibilità, come ci stanno riuscendo e se questo modello è davvero replicabile.

Immagina di svegliarti il venerdì mattina sapendo di avere davanti a te un intero week-end libero, un finesettimana che inizia prima e si prolunga fino alla fine, offrendoti più tempo per te stesso, per la tua famiglia, per le tue passioni. Questo scenario, che fino a poco tempo fa poteva sembrare soltanto una fantasia, sta diventando una realtà sempre più concreta in molte parti del mondo grazie all'adozione della settimana lavorativa di quattro giorni. Cosa accade quando il tempo dedicato al lavoro si riduce senza compromettere il salario? Può una settimana lavorativa più corta rendere le persone più felici, più produttive e allo stesso tempo ridurre l’impatto ambientale? L’idea potrebbe sembrare troppo ambiziosa, ma i dati suggeriscono che questa trasformazione potrebbe portare vantaggi ben oltre l’ufficio.

La sovranità energetica è oggi sinonimo di libertà: libertà di scegliere come produrre, distribuire e consumare energia senza dipendere da altri Paesi. In un mondo segnato da crisi geopolitiche e climatiche, puntare sulle rinnovabili non è solo una scelta ecologica, ma una strategia di indipendenza. Ogni pannello solare, ogni comunità energetica rappresenta un passo verso un futuro più sostenibile, giusto e democratico.

Immagina un campo dove la terra è viva, gli insetti impollinano liberamente e le piante crescono senza bisogno di pesticidi chimici. Questo è il cuore dell’agroecologia, un modello agricolo che imita la natura per rigenerarla, anziché sfruttarla. In un’epoca in cui l’agricoltura intensiva minaccia biodiversità e clima, l’agroecologia rappresenta un’alternativa concreta e sostenibile. Ma può davvero sostituire il sistema attuale su larga scala? Scopriamo le sfide e le opportunità di questa rivoluzione verde.

Porre fine alla povertà è davvero possibile o resta solo un’utopia? L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite punta all’eliminazione di ogni forma di povertà, ma i dati raccontano una realtà più complessa. Se da un lato la povertà estrema è diminuita negli ultimi decenni, dall’altro miliardi di persone vivono ancora con risorse insufficienti. Soluzioni come il reddito universale di base (UBI) potrebbero rappresentare una svolta, ma resta il grande interrogativo: siamo davvero vicini a realizzare questo obiettivo o si tratta solo di una promessa irraggiungibile?

Il gender gap non è solo una questione di equità sociale, ma un nodo cruciale per la sostenibilità. La parità di genere è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030, essenziale per un futuro inclusivo e resiliente. Dalla disparità salariale all’accesso limitato alle risorse, le donne affrontano sfide che ostacolano il progresso sostenibile. Colmare questo divario significa garantire opportunità economiche, partecipazione politica e un ruolo attivo nella transizione ecologica. Ma a che punto siamo oggi? I dati raccontano una realtà ancora lontana dalla parità.

La carbon tax è davvero la soluzione che ci serve o rischia di essere un boomerang economico? In un mondo sempre più alle prese con la crisi climatica, tassare le emissioni di CO₂ sembra una misura inevitabile. Ma cosa succede se le aziende preferiscono pagare la tassa piuttosto che investire in soluzioni sostenibili? E se il costo finisse tutto sulle spalle dei cittadini? Tra benefici ambientali, rischi economici e alternative possibili, la questione è tutt’altro che semplice.

Le Costituzioni possono davvero salvare l’ambiente? Sempre più paesi inseriscono la tutela ecologica nei loro testi fondamentali, ma tra leggi e realtà c’è un divario enorme. Dall’Ecuador, che riconosce i diritti della natura, all’Europa del Green Deal, fino all’Italia, dove la svolta è arrivata solo nel 2022: il cammino è lungo e pieno di contraddizioni. Basteranno le parole scritte per cambiare il destino del pianeta

L’economia lineare ha sostenuto la crescita per decenni, ma a un costo insostenibile per l’ambiente. Oggi, l’economia circolare offre un’alternativa concreta: trasformare i rifiuti in risorse, progettare prodotti più durevoli e ridurre gli sprechi. Tra innovazione tecnologica e nuove normative, aziende e cittadini sono chiamati a ripensare il modo in cui producono e consumano. Siamo pronti a questa rivoluzione sostenibile?

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata una priorità per le aziende, spinte da normative sempre più stringenti e da nuove opportunità di crescita. Essere green non è solo un obbligo, ma una scelta strategica che porta vantaggi economici e reputazionali. Dalla riduzione dei costi operativi agli incentivi pubblici, investire nella sostenibilità significa essere più competitivi. Ma le imprese italiane sapranno cogliere questa opportunità?

Il Green Deal europeo mira a rendere l'UE climaticamente neutrale entro il 2050, promuovendo l’economia circolare, la biodiversità e l’efficienza energetica. Tuttavia, questa trasformazione ambiziosa comporta sfide economiche e sociali significative, tra cui ingenti investimenti e il rischio di lasciare indietro alcune comunità, mentre l'Europa compete a livello globale nella transizione verde.

Passeggiare in città senza smog né rumore di motori: le Zone a Emissioni Zero (ZEZ) promettono un’aria più pulita e meno traffico. Ma chi può davvero permettersi di viverci e muoversi senza un’auto a combustione? Senza trasporti pubblici efficienti e incentivi equi, il rischio è che la sostenibilità diventi un lusso per pochi.

In Italia, 42 aree sono state identificate come Siti di Interesse Nazionale (SIN), luoghi gravemente contaminati che richiedono interventi urgenti per proteggere la salute pubblica e l’ambiente. Tra questi, Taranto emerge come simbolo dell’impatto devastante dell’inquinamento industriale, con le sue gravi conseguenze sanitarie ed economiche. La bonifica di questi siti è una priorità nazionale, ma i progressi sono ostacolati da burocrazia e mancanza di fondi.

Come possono le città trasformare il sistema alimentare per affrontare le sfide climatiche, sociali e ambientali? Le food policy offrono soluzioni innovative: riduzione degli sprechi, agricoltura urbana e filiere locali sostenibili. Scopri come Milano, Bergamo e Torino stanno salvando il pianeta, un piatto alla volta.

Il 15 gennaio 2025 è stato firmato un accordo storico per costruire un cavo sottomarino nell’Adriatico, trasportando energia rinnovabile dall’Albania all’Italia. Il progetto punta a rafforzare la transizione energetica e la neutralità climatica europea, ma solleva dubbi su impatti ambientali e dipendenze economiche.

Le città, responsabili del 70% delle emissioni di CO₂, possono guidare la sostenibilità con soluzioni innovative. Modelli come i “superblocchi” di Barcellona o la “città dei 15 minuti” di Parigi stanno ispirando cambiamenti globali. In Italia, Milano e Bologna investono in mobilità sostenibile e spazi verdi. Un futuro urbano più verde è possibile, ma richiede impegno condiviso e azione rapida.

Il Patto per il Futuro, presentato all’ONU nel 2023, mira a rispondere alle principali sfide globali – dalla sicurezza internazionale al cambiamento climatico – e promuove una governance inclusiva e sostenibile. Tra i suoi punti centrali figura il Global Digital Compact, volto a garantire un accesso equo e sicuro alla tecnologia digitale.