42 ferite aperte: l’Italia dei SIN

Giulia Tripaldi
February 11, 2025
5 min read

Ti sei mai chiesto quanti siano i territori in Italia che necessitano di un intervento urgente? La risposta potrebbe sorprenderti: 42 aree, milioni di persone coinvolte e un ambiente che continua a soffrire. Una delle emergenze ambientali più gravi del nostro Paese è sconosciuta alla stragrande maggioranza degli italiani: i Siti di Interesse Nazionale (SIN).

https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/suolo-e-territorio/siti-contaminati/siti-di-interesse-nazionale-sin

Sono 42 le aree identificate come SIN, luoghi talmente compromessi dall’inquinamento da richiedere interventi straordinari e urgenti da parte dello Stato. Tuttavia, la mappa aggiornata al 2024 ne riporta 59, a causa di declassamenti, accorpamenti e passaggi di competenza alle Regioni avvenuti negli anni. E non parliamo solo di terre desolate: questi siti comprendono territori dove le persone vivono, lavorano e, soprattutto, si ammalano a causa di contaminazioni tossiche che invadono suolo, aria e acque.

Cos’è un SIN e Perché è Così Importante?

Un SIN è un’area in cui l’inquinamento ha raggiunto livelli tali da costituire un rischio per la salute pubblica e per l’ambiente. La loro gestione e bonifica sono affidate direttamente allo Stato, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 152/2006, noto come Codice dell’Ambiente. Questi territori includono ex aree industriali, discariche abusive, porti e persino aree marine, con regioni come Lombardia, Sicilia, Campania e Puglia tra le più colpite.

I SIN devo interessarci perché non si tratta solo di questioni tecniche o burocratiche, ma rappresentano una lotta per la salute delle persone, per la tutela dell’ambiente e per la giustizia sociale. Ignorarli significa permettere che il degrado continui, con conseguenze devastanti per intere comunità.

Il Caso di Taranto: Quando l’Ambiente Diventa una Battaglia di Sopravvivenza

Tra i SIN più noti e complessi in Italia, Taranto rappresenta un simbolo tragico dell’impatto devastante dell’inquinamento industriale. Questa città pugliese è diventata l’emblema di un’urbanizzazione che ha favorito lo sviluppo economico a discapito della tutela dell’ambiente e della salute. Il caso di Taranto ruota attorno all’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, uno degli stabilimenti siderurgici più grandi d’Europa. Per anni, le emissioni di diossine, metalli pesanti e idrocarburi hanno contaminato il suolo, il sottosuolo e le acque del Mar Piccolo, una volta fonte di sostentamento per molti pescatori locali.

Stabilimento siderurgico di Taranto - ex Ilva

Le conseguenze dell’inquinamento sono state drammatiche. Il Registro Tumori della Regione Puglia ha più volte denunciato il legame tra le attività industriali e i tassi anomali di mortalità nella zona, facendo di Taranto un vero e proprio epicentro di una crisi sanitaria senza precedenti. Ma l’impatto non è solo sulla salute: l’economia locale, un tempo fiorente grazie alle attività agricole e alla pesca, è stata compromessa, lasciando molte famiglie senza alternative lavorative.

Nel 2021, la riperimetrazione del SIN di Taranto ha escluso alcune aree ritenute non più a rischio. Tuttavia, il cuore del problema rimane irrisolto. La bonifica delle zone più compromesse procede a rilento, ostacolata da una burocrazia soffocante e da risorse economiche insufficienti. Lasciando i cittadini costretti a convivere con un ambiente che continua a rappresentare una minaccia per la salute e per il futuro economico della zona.

La situazione di Taranto è un banco di prova per l’Italia intera. Se il Paese riesce a risanare un sito così complesso, trasformandolo in un modello di sviluppo sostenibile, potrebbe dimostrare al mondo che il cambiamento è possibile anche nei contesti più difficili.

Quanto è Grave la Situazione in Italia?

Con 42 SIN sparsi per il Paese, le cifre sono allarmanti. Milioni di cittadini vivono in prossimità di queste aree, respirano aria inquinata e subiscono le conseguenze di decenni di attività industriali non regolamentate. Secondo un rapporto dell’ISPRA, molti siti presentano livelli di contaminazione da metalli pesanti, idrocarburi e sostanze tossiche ben oltre i limiti di sicurezza. Queste aree richiedono interventi di bonifica complessi e costosi, ma il progresso è spesso ostacolato da ritardi e mancanza di fondi.

Perché Agire Subito sui SIN?

I SIN non sono solo un problema locale: rappresentano una crisi nazionale che colpisce tutti noi. La loro bonifica non è solo una questione di responsabilità ambientale, ma anche di diritti umani. Ogni giorno che passa senza un’azione concreta è un giorno perso nella lotta per un futuro più sano e sostenibile.

Eppure, ci sono esempi positivi: in alcune aree, come il SIN di Brescia-Caffaro, sono stati avviati interventi concreti di bonifica che hanno permesso di ridurre l’inquinamento e avviare progetti di riqualificazione. Dimostrazione che, con volontà politica e investimenti adeguati, il cambiamento è possibile.

Bisogna considerare poi, che i SIN possono anche diventare un’opportunità. Progetti di riqualificazione ambientale, se adeguatamente finanziati e gestiti, possono trasformare queste aree da simboli di degrado a modelli di sviluppo sostenibile. Non possiamo permetterci di fallire: la salute del nostro Paese, il benessere delle future generazioni e la possibilità di un’economia più verde dipendono da queste scelte.

Ti sei mai chiesto quanti siano i territori in Italia che necessitano di un intervento urgente?

La domanda, però, non è solo “quanti”, ma anche “quando”. Quando decideremo che è abbastanza? Quando saremo pronti a fare della bonifica dei SIN una vera priorità nazionale? La risposta dipende da noi, perché ogni voce conta. Ora che sai cosa sono i SIN, farai finta di nulla o chiederai il cambiamento?

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Giulia Tripaldi
February 11, 2025
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