Food Policy: come le città stanno salvando il pianeta

Giulia Tripaldi
February 4, 2025
5 min read

Le food policy (politiche del cibo) rappresentano uno strumento essenziale per affrontare le sfide sociali, economiche e ambientali legate al cibo. Introdotte per la prima volta nelle città europee negli anni 2000, queste politiche si sono evolute per garantire un accesso equo, sostenibile e resiliente alle risorse alimentari, integrando l’intero ciclo del cibo: dalla produzione alla distribuzione, fino al consumo e allo smaltimento.

Cos’è una Food Policy?

Una food policy è un insieme di strategie e interventi adottati da governi e comunità locali per promuovere sistemi alimentari più equi, accessibili e sostenibili. Nato come risposta alla frammentazione delle filiere alimentari e all’aumento degli sprechi, questo approccio considera il cibo non solo come una risorsa economica, ma anche come un diritto fondamentale e un elemento chiave per la sostenibilità ambientale. In particolare, le food policy non si limitano a combattere le disuguaglianze nell’accesso al cibo, ma sono anche uno strumento potente per ridurre l’impronta ecologica della produzione alimentare. Questo approccio ha preso piede in Europa con il Milan Urban Food Policy Pact (2015), un accordo globale che ha coinvolto oltre 200 città, promuovendo politiche alimentari integrate.

Le 5 priorità di una Food Policy

Le principali priorità identificate nelle food policy urbane possono essere riassunte così:

  1. Sicurezza alimentare: garantire accesso al cibo sano e nutriente per tutti.
  2. Sostenibilità ambientale: promuovere pratiche agricole e modelli di consumo che riducano l’impatto ambientale.
  3. Riduzione degli sprechi: minimizzare il cibo non utilizzato lungo tutta la filiera.
  4. Economia circolare: supportare filiere locali e modelli di produzione circolari.
  5. Educazione alimentare: sensibilizzare le comunità sull’importanza di scelte alimentari consapevoli e sostenibili sostenibili.

Aree di intervento delle Food Policy

Le food policy non si limitano a regolare il mercato alimentare, ma mirano a ridisegnare il rapporto tra cibo e città attraverso:

  • Agricoltura urbana: supporto agli orti urbani e alla coltivazione in città.
  • Filiera corta: promozione di mercati locali e riduzione dei trasporti.
  • Sistemi distributivi inclusivi: creazione di reti alimentari che coinvolgano le fasce più vulnerabili della popolazione.

Come evidenziato nel report Cibo, sostenibilità e territorio, l’integrazione delle politiche alimentari con la pianificazione urbana contribuisce non solo alla sostenibilità ambientale, ma anche a una maggiore coesione sociale.

L’Italia e le food policy

In Italia, le food policy stanno diventando un pilastro centrale per la sostenibilità urbana e sociale. Milano, Bergamo e Torino sono esempi virtuosi di come le città possano utilizzare strategie alimentari per trasformare il rapporto tra cibo, cittadini e ambiente.

Milano, con il suo Milan Food Policy, ha ottenuto risultati concreti: nel 2022, il progetto ha ridotto lo spreco alimentare del 20%, creato 80 orti urbani e coinvolto oltre 15.000 studenti in programmi di educazione alimentare.

Bergamo ha puntato sull’agricoltura urbana e sull’aumento del cibo biologico nelle mense scolastiche, dove gli alimenti biologici rappresentano oggi il 65% del totale (dato aggiornato al 2024). La città ha inoltre attivato 30 orti urbani, con l’assegnazione di ulteriori 17 appezzamenti previsti per il 2024, e ha sensibilizzato circa 8.000 studenti sull’importanza di un’alimentazione sostenibile.

Torino si distingue per l’innovazione sociale legata al progetto #RePoPP, avviato nel mercato di Porta Palazzo. Il programma combina la ridistribuzione del cibo invenduto con l’integrazione sociale, coinvolgendo migranti e richiedenti asilo. Al momento, la città ha 25 orti urbani attivi, ha ridotto gli sprechi alimentari del 10% e ha educato circa 5.000 studenti attraverso iniziative locali.

Anche Roma sta muovendo i primi passi verso una food policy strutturata. Nonostante sia ancora in fase progettuale, sono state avviate iniziative interessanti come il recupero degli sprechi nei mercati rionali, la valorizzazione dell’agricoltura periurbana, con oltre 300 aziende coinvolte, e l’introduzione di programmi di educazione alimentare che hanno raggiunto 2.000 studenti nel 2023.

Queste città dimostrano che, nonostante le differenze nei contesti locali, le food policy condividono obiettivi comuni: garantire un accesso equo al cibo, ridurre gli sprechi e promuovere la sostenibilità ambientale.

Tabella riepilogativa

Conclusione: una strada verso il futuro?

Le food policy offrono una visione trasformativa del sistema alimentare, ma la loro implementazione richiede impegno politico, risorse economiche e una collaborazione attiva tra cittadini, amministrazioni e settore privato. Tuttavia, resta una domanda aperta: quanto possono davvero incidere queste politiche su sfide globali come i cambiamenti climatici e le disuguaglianze sociali? Se ben progettate e adattate ai contesti locali, le food policy possono diventare uno strumento di cambiamento non solo urbano, ma globale. Ma per farlo, è necessaria una visione integrata che consideri il cibo non solo come una necessità, ma come un diritto universale e un catalizzatore di sostenibilità. [i]

Fonti:

Giulia Tripaldi
February 4, 2025
5 min read