Greenhushing: Il silenzio strategico sulla sostenibilità

Cosimo Squillante
May 3, 2025
5 min read

Negli anni del marketing verde, in cui ogni azienda sembra correre a dichiararsi sostenibile, emerge un fenomeno sorprendente e controintuitivo: il greenhushing. In un’epoca in cui parlare di ambiente fa branding, alcune imprese scelgono di non comunicare affatto i propri sforzi ecologici. Un silenzio che, a ben vedere, non è mai neutro.

Cos’è il Greenhushing

Il termine greenhushing nasce come contraltare del più noto greenwashing. Se quest’ultimo consiste nell’esagerare, falsificare o costruire ad arte una narrazione di sostenibilità, il greenhushing rappresenta la scelta di tacere le proprie iniziative ambientali, anche quando sono reali.

Le ragioni? Molteplici:

  • Timore di essere accusati di incoerenza.
  • Paura delle critiche da parte di media, attivisti o consumatori.
  • Incertezza sulla validità scientifica delle proprie strategie.
  • Volontà di evitare che gli sforzi vengano percepiti come marketing.

In pratica, è un’autocensura ambientale: meglio non dire nulla che essere accusati di ipocrisia.

Perché le aziende stanno zittendo la sostenibilità

Paradossalmente, oggi parlare di sostenibilità è rischioso. I consumatori sono diventati molto più attenti e informati. La pressione mediatica, le indagini ESG (Environmental, Social and Governance), egli standard europei hanno alzato l’asticella della trasparenza.

In questo contesto, molte imprese preferiscono non esporsi, temendo che anche il minimo errore possa minare la fiducia del pubblico o dare il via a una campagna di boicottaggio.

Effetti negativi del greenhushing

Sebbene sembri una scelta prudente, il greenhushing può avere conseguenze molto gravi:

  1. Ostacola la trasparenza e la responsabilità
        Se nessuno comunica, diventa difficile valutare e confrontare le reali pratiche aziendali. I consumatori restano disorientati, le buone pratiche non si diffondono e l’innovazione rallenta.
  2. Sfida la fiducia del pubblico
        Il silenzio genera sospetto: cosa si sta nascondendo? Un brand che non racconta i suoi sforzi, rischia di apparire indifferente o opaco.
  3. Frustrante per chi lavora internamente alla transizione ecologica
        Chi in azienda si impegna per la sostenibilità può sentirsi demotivato, se il lavoro viene “zittito” invece che valorizzato.

Esempi reali (ma spesso invisibili)

Il problema del greenhushing è che, per definizione, è difficile da individuare. Tuttavia, analisi su larga scala — come quelle svolte da South Pole, un'organizzazione climatica globale — dimostrano che oltre il 20% delle aziende con obiettivi ambientali concreti non ne parla pubblicamente.

In Europa, alcune imprese scelgono di non comunicare per paura di non essere conformi alle nuove direttive UE, come la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che impone requisiti di trasparenza ambientale molto precisi.

Come superare il greenhushing

Affrontare il greenhushing non significa obbligare ogni azienda a diventare un megafono. Ma è fondamentale:

  • Costruire una comunicazione onesta e verificabile, anche imperfetta.
  • Accettare la complessità: comunicare anche le sfide, non solo i successi.
  • Educare il pubblico a distinguere tra impegno reale e marketing.
  • Promuovere standard comuni e chiari, evitando zone grigie.

La sostenibilità non si zittisce

Il greenhushing è un sintomo di quanto la sostenibilità sia diventata centrale — e allo stesso tempo, fragile. Per evitare che diventi solo un terreno di scontro reputazionale, serve un nuovo patto tra aziende, consumatori e istituzioni, fondato su trasparenza, coerenza e fiducia.

Perché il futuro non ha bisogno di chi urla più forte, ma di chi agisce con coraggio e comunica con onestà. Anche quando non è perfetto.

Cosimo Squillante
May 3, 2025
5 min read