Design sostenibile: quando l’estetica incontra la responsabilità

Cosimo Squillante
May 9, 2025
5 min read

In un’epoca in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, anche il design ha iniziato a interrogarsi sul proprio ruolo. Non basta più creare oggetti belli o funzionali: il vero traguardo è progettare pensando al futuro del pianeta. Da qui nasce il design sostenibile, una filosofia che unisce creatività, innovazione e coscienza ambientale.

Ripensare il modo in cui progettiamo

Il design sostenibile non è una categoria di prodotti, ma un modo di pensare. Significa immaginare un oggetto – o uno spazio, o un servizio – considerando il suo intero ciclo di vita: dall’origine delle materie prime alla sua dismissione. L’obiettivo? Minimizzare l’impatto ambientale e massimizzare la durabilità, la riparabilità, il riutilizzo. In altre parole, passare da un’economia lineare a una logica circolare.

Un tavolo può essere sostenibile non solo perché costruito in legno riciclato, ma anche perché pensato per essere smontato facilmente e trasportato senza sprechi. Un abito può dirsi responsabile se nasce da fibre naturali coltivate senza pesticidi, ma anche se è progettato per durare e non seguire una moda usa e getta.

Una responsabilità anche sociale

Parlare di design sostenibile significa anche interrogarsi sulle condizioni di lavoro lungo la filiera produttiva. La sostenibilità non può essere solo ambientale: deve essere anche etica. Un prodotto realmente responsabile nasce da materiali a basso impatto, ma anche da mani tutelate, salari equi e comunità coinvolte.

È in questo equilibrio tra forma, funzione e giustizia sociale che il design sostenibile diventa un vero motore di cambiamento.

I brand che stanno cambiando le regole

Sempre più aziende scelgono di costruire modelli produttivi ispirati a questi principi. Alcune sono pionieri nel loro settore, altre stanno convertendo gradualmente l’intera filiera. Ecco alcuni esempi concreti:

  • Patagonia – Brand simbolo dell’abbigliamento outdoor etico, ha fatto del design durevole e riparabile il suo tratto distintivo. Promuove il riuso con iniziative come “Worn Wear” e utilizza materiali riciclati e tracciabili.
  • IKEA – Sta spingendo verso un modello di economia circolare. Alcuni prodotti sono già progettati per essere smontati, aggiornati o riciclati. Ha investito in materiali rinnovabili e lanciato collezioni basate su plastica riciclata o legno certificato FSC.
  • VEJA – Azienda francese di sneaker che usa cotone biologico, gomma amazzonica e materiali riciclati. La trasparenza è uno dei suoi pilastri: pubblicano i     costi di produzione e scelgono fornitori locali.
  • Emeco – Famosa per la sua sedia “Navy Chair” fatta con alluminio riciclato, ha sviluppato anche modelli in plastica riciclata raccolta dagli oceani,     promuovendo un design resistente, essenziale e circolare.
  • Aquafil – Non è un brand al dettaglio ma produce Econyl, un nylon rigenerato da reti da pesca e rifiuti plastici. Viene usato da marchi come Prada, Adidas e Stella McCartney per collezioni più sostenibili.

Dove stiamo andando

Il design sostenibile non è solo una risposta alla crisi climatica: è anche una proposta alternativa di progresso. È un invito a pensare prima di produrre, a progettare con più intelligenza, e a mettere al centro l’essere umano e il pianeta, non solo il profitto.

Certo, non esiste il design “a impatto zero”, ma ogni scelta progettuale consapevole – anche piccola – può contribuire a cambiare il sistema. Il futuro del design non può più essere separato dal concetto di responsabilità.

Cosimo Squillante
May 9, 2025
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