Il 16 luglio 2025, presso l’Università Roma Tre, si è svolto un evento di grande rilievo dedicato all’impatto della ricerca nelle biotecnologie avanzate, promosso nell’ambito del Flagship Project 7 della Fondazione Rome Technopole. Una giornata intensa e articolata, in cui si sono alternati interventi di scienziati, rappresentanti istituzionali, imprenditori e protagonisti dell’innovazione, per tracciare un ponte concreto tra ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e trasferimento industriale.
Abouthat ha preso parte all’iniziativa, documentando i momenti salienti dell’evento, dagli speech più ispirati alle sessioni di pitch, per raccontare da vicino le sfide e le opportunità che stanno ridefinendo il futuro della salute, della scienza e dell’impresa.
Dopo i saluti istituzionali, la giornata si è aperta con un intervento della prof.ssa Maria Sabrina Sarto, prorettrice alla Ricerca della Sapienza, che ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato tra università, imprese e istituzioni per rafforzare l’ecosistema dell’innovazione nel Lazio.
Il focus è stato sulla trasformazione della ricerca scientifica in un motore reale per la crescita territoriale. “All'inizio non è stato facile per nessuno”, ha ammesso la prorettrice, “ma oggi cominciamo a vedere i risultati concreti di questo approccio”.
Ha ribadito il concetto di trasferimento tecnologico come collaborazione strutturata tra ricerca e industria, e l’importanza di consolidare le sinergie costruite.
L’intervento del professor Rino Rappuoli, Direttore Scientifico della Fondazione Biotecnopolo di Siena, ha offerto una panoramica appassionata sull’evoluzione della ricerca vaccinale. Ha raccontato come genetica, biologia strutturale e intelligenza artificiale abbiano rivoluzionato il settore, culminando nel caso del vaccino anti-COVID-19, esempio emblematico di scienza veloce ma sicura, in grado di affrontare emergenze globali grazie anche a investimenti pubblici mirati.
Durante la mattinata, numerosi interventi si sono concentrati sul rapporto tra innovazione e sostenibilità economica. Le nuove tecnologie sanitarie sono potenti, ma anche costose.
Si è discusso del ruolo dell’intelligenza artificiale nella riduzione di tempi e costi e del potenziale dei modelli computazionali per sostituire progressivamente la sperimentazione animale, migliorando l’accuratezza dei risultati.
Particolare attenzione è stata rivolta agli “organi su chip” sviluppati per simulare in vitro le condizioni fisiologiche umane, come nel progetto presentato dal ricercatore Luca Businaro, che sfrutta questa tecnologia in combinazione con ontologie biologiche. L’obiettivo è ambizioso: migliorare la fase preclinica della ricerca farmacologica, riducendo al tempo stesso il ricorso a modelli animali.
Un momento centrale è stato dedicato alla seconda edizione di SpinOut!, il programma che supporta giovani ricercatori e ricercatrici nella trasformazione di idee innovative in imprese.
Tra le idee emerse, si è parlato di liposomi bioattivi contro infezioni antibiotico-resistenti e di piattaforme predittivebasate su intelligenza artificiale per la valutazione precoce dell’efficacia di nuovi farmaci. Progetti come quello di Giuseppe Esposito con il Neuro Project – una piattaforma diagnostica che utilizza il sequenziamento del microbiota intestinale per individuare segnali precoci del morbo di Parkinson – mostrano come IA e genomica possano fondersi in soluzioni concrete.
La ricercatrice Daniela Danielaggio ha presentato il progetto More Recovery, che mira a rilevare microrganismi vitali ma non coltivabili, un aspetto ancora poco indagato ma cruciale per la sicurezza alimentare e farmaceutica.
Il team della Sapienza ha illustrato uno studio sulla proteina GDF15, collegata alla perdita di peso nella SLA, suggerendo nuove ipotesi terapeutiche.
Nel frattempo, un altro progetto focalizzato su un diagnostico basato su SERS, ha dimostrato la possibilità di rilevare marcatori tumorali in modo ultrasensibile, anche in formati point-of-care, offrendo una concreta via per una medicina di prossimità più accessibile.
Nel pomeriggio, il programma si è articolato in due sessioni parallele che hanno approfondito i risultati scientifici emersi nell’ambito del Flagship Project 7.
La prima ha dato spazio a ricerche su nanoparticelle funzionalizzate, bioactive glass, nuove strategie di controllo delle infezioni e biotecnologie dei materiali. Sono emerse soluzioni come vettori intelligenti per il rilascio mirato di farmaci in oncologia e neurologia, e l’impiego di microfluidica per ottimizzare la produzione di liposomi antimicrobici.
La seconda sessione ha invece posto l’attenzione su oncologia, neuroscienze e sullo sviluppo di tecnologie avanzate come Trojan horse antibiotics e DNA-gyrase inhibitors, confermando la forza del network scientifico regionale nel proporre risposte innovative a problemi globali.
Nel corso della giornata è intervenuta anche la Direttrice Generale di Rome Technopole Sabrina Saccomandi, che ha aperto il suo intervento con un tono positivo e di entusiasmo, sottolineando il valore dell’innovazione tecnologica e il ruolo fondamentale della collaborazione tra ricerca e impresa.
«Oggi vediamo concretamente l’innovazione prendere forma e questo ci dà grande motivazione», ha affermato, definendo il Flagship Project 7 come un’iniziativa che rappresenta il cuore pulsante del capitale umano e delle competenze che alimentano l’ecosistema dell’innovazione.
La Direttrice Saccomandi ha poi ricordato come Rome Technopole nasca proprio dallo slancio congiunto degli Atenei, dei centri di ricerca e dell’industria, sottolineando l’importanza di un lavoro di squadra per superare le complessità burocratiche e tradurre il potenziale scientifico in soluzioni applicabili.
«Il nostro compito, come Fondazione, è mettere a sistema competenze, risorse e obiettivi comuni per trasformare il potenziale della scienza in soluzioni che migliorano la vita delle persone», ha concluso, confermando il ruolo strategico di Rome Technopole come piattaforma integrata per la ricerca avanzata e il sistema dell’innovazione nazionale.
L’evento del 16 luglio ha evidenziato con forza come l’innovazione scientifica e tecnologica rappresenti oggi un fattore decisivo per lo sviluppo del territorio e per la crescita dell’intero sistema nazionale. Rome Technopole si conferma così come un hub strategico capace di mettere in rete università, centri di ricerca, imprese e istituzioni, creando un ecosistema integrato in cui il capitale umano e le competenze trovano terreno fertile per esprimersi.
Guardando avanti, la sfida principale sarà continuare a rafforzare questo ecosistema, promuovendo nuovi talenti, sostenendo progetti innovativi e facilitando il dialogo tra ricerca e mercato. Solo in questo modo sarà possibile tradurre il potenziale della scienza in soluzioni efficaci e sostenibili, migliorando concretamente la qualità della vita delle persone e aprendo nuove strade per il futuro della salute, della tecnologia e dell’impresa.