Immaginate un allevamento nella campagna italiana: al mattino, le mucche pascolano tranquille. Nei corridoi, il profumo del fieno e il calore dell’alba. In quell’ambiente familiare, una piccola novità può cambiare tutto. Stanotte, qualche mucca ha mangiato un integratore insolito: un polverino derivato da un’alga rossa tropicale chiamata Asparagopsis. Il risultato? Qualcosa che assomiglia a un miracolo: meno metano nell’aria e un respiro più pulito per il pianeta. Questa storia potrebbe sembrare strana, perfetta per un articolo da rivista, eppure racchiude una trasformazione concreta, utile anche a chi inizia da zero a capire la sostenibilità.
Qual è l'effetto serra del metano delle mucche?
Il metano bovino è un gas serra potente: sebbene resti in atmosfera per un tempo più breve rispetto alla CO₂, ha un potenziale di riscaldamento globale 28 volte superiore su scala centennale. Il settore zootecnico — soprattutto i ruminanti — produce una quota considerevole delle emissioni globali legate al metano, pari a circa il 15% del totale dei gas serra umani. Ridurre il metano bovino, anche solo del 50‑80%, può avere un effetto immediato sul rallentamento del cambiamento climatico.
Le mucche appartengono ai ruminanti: il loro sistema digestivo include un compartimento chiamato rumine, colonizzato da batteri e microrganismi che fermentano la fibra vegetale. Durante questo processo, gli anaerobi producono metano, che l’animale rilascia prevalentemente tramite rutti. È questo il meccanismo noto come fermentazione enterica, che trasforma l’energia della dieta in gas serra.
Oltre alle mucche, sono coinvolti anche pecore, capre, bufali e cervi. In alcune regioni, cammelli e altri ruminanti rappresentano una quota marginale. Anche la gestione del letame produce metano, soprattutto nei sistemi intensivi, dove i liquami fermentano anaerobicamente. Nel complesso, l’intera filiera zootecnica pesa per il 40-60% delle emissioni agricole globali di metano.
Se ne parla spesso in teoria, ma i gas più rilevanti provengono dai rutti: le flatulenze contengono solo tracce di metano. Una mucca può emettere centinaia di chilogrammi di CO₂ equivalente ogni anno, e moltiplicando per milioni di bovini diventa evidente quanto sia importante intervenire sulle emissioni enteriche.
L’alga Asparagopsis taxiformis (e la specie A. armata) contiene bromoformio, un composto che inibisce direttamente i microrganismi metanogeni nel rumine. Test in vitro e studi su bovini hanno evidenziato riduzioni del metano fino al 98‑99% con percentuali di alga pari allo 0,2‑5% della materia organica della dieta. La riduzione è correlata anche a un miglior utilizzo dell’energia alimentare, con effetti potenziali sulla produttività.
Negli allevamenti del CERZOO dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Piacenza sono stati condotti esperimenti con il supplemento Bovaer (3‑NOP), un inibitore di metanogenesi sviluppato da DSM. I risultati mostrano una riduzione delle emissioni del 44‑50% mantenendo invariata la produzione di latte, la salute animale e l’efficienza alimentare. Anche il supplemento italiano Anavrin, a base di oli essenziali, tannini e bioflavonoidi, ha ottenuto riduzioni del 13‑25% in studi su migliaia di bovini, dimostrando come la mitigazione possa essere avviata anche con ingredienti locali.
Una sperimentazione con lattifere alimentate con il 0,3% di A. taxiformis ha mostrato nei primi 8 settimane una riduzione significativa di metano, insieme a cambiamenti nei livelli di bromo e iodio nel latte. Dopo due mesi, l’efficacia tende però a calare, e si osservano riduzioni nel consumo di alimento e nella produzione di latte, indicando la necessità di studi lungo termine.
L’Asparagopsis cresce naturalmente solo in acque tropicali; la sua coltivazione in Europa è difficile per condizioni ambientali e normative. Le soluzioni richiedono fattorie costiere o vertical farm, con costi 2‑4 volte superiori all’acquacoltura tradizionale. In più, il bromoformio è potenzialmente cancerogeno, il che richiede test rigorosi su salute umana e regole autorizzative.
Oltre al Bovaer e ad Anavrin, progetti come Symbrosia, Volta Greentech, Sea Forest e FutureFeed lavorano alla produzione su scala commerciale di Asparagopsis in Australia e Nuova Zelanda per poi esportarla nel mondo. Restano alternative vegetali o integratori naturali che riducono il metano modulando il microbioma ruminale senza dipendere da alghe esotiche.
La storia delle mucche che respirano meno metano grazie alle alghe sembra uscita da un racconto di fantascienza verde, ma è realtà in sviluppo. In Italia si sperimenta con sostanze locali e farmaci naturali, mentre nel resto del mondo la tecnologia avanza su scala più ampia. Ridurre le emissioni bovine non è solo una questione climatica: riguarda efficienza, gusto, economia e futuro di un settore che alimenta il mondo. Serve impegno per restituire al bestiame un respiro più sostenibile, ma anche più responsabile.
Fonti
Animal Microbiome – effetto di Asparagopsis sulla fermentazione ruminale
Financial Times – spiegazione su inibitori del metano
CERZOO Università Cattolica Piacenza – prova supplemento Bovaer