Con l’arrivo dell’estate, i condizionatori diventano protagonisti silenziosi delle nostre giornate. Raffreddano case, uffici e negozi, rendendo più sopportabile il caldo torrido. Ma c’è un dettaglio che spesso passa inosservato: l’acqua che esce dal condizionatore. Sapevi che quella non è acqua “sporca” o di scarico, ma condensa? Ed è molto più utile di quanto si creda.
Quando un condizionatore è in funzione, raccoglie l’umidità presente nell’aria, trasformandola in goccioline che vengono poi espulse. Questo liquido è, in pratica, acqua distillata, priva di sali e batteri (almeno all’origine). Non è potabile, ma può essere riutilizzata in diversi modi intelligenti e sostenibili.
Una delle domande più frequenti è proprio: “A cosa serve l’acqua del condizionatore?”. E la risposta sorprende molti. Questa acqua ha un’infinità di usi, sia in casa che in giardino. Eccone alcuni:
La risposta breve è: no, meglio evitare. Anche se all’origine è quasi distillata, passando per tubi, vaschette o serbatoi non sterilizzati può contaminarsi facilmente con muffe o batteri.
Tuttavia, non va sprecata. Non è potabile, ma è perfetta per usi non alimentari e può contribuire a risparmiare litri di acqua potabile ogni estate.
Ovviamente dipende da molti fattori: temperatura esterna, umidità, modello dell’impianto e ore di utilizzo. Ma in media, un condizionatore domestico può produrre dai 0,5 ai 2 litri all’ora.
In una giornata molto calda, si possono facilmente raccogliere 10-15 litri d’acqua, che finirebbero nello scarico se non opportunamente recuperati.
Raccogliere questa risorsa è semplice: basta posizionare un contenitore sotto il tubo di scarico dell’unità esterna o interna (nei modelli portatili). Se si vuole un sistema più stabile, si può collegare il tubo a una tanica o realizzare un piccolo serbatoio.
In caso di condizionatori fissi, si può installare una vasca di raccolta con galleggiante, simile a quelle usate nei climatizzatori da ufficio. In alternativa, esistono kit di recupero venduti online o nei negozi di bricolage.
Se non si intende riutilizzarla, può essere scaricata nel water, nel lavandino o direttamente in un tombino. Ma sarebbe davvero un peccato non approfittarne. In un’estate intera, parliamo di centinaia di litri riutilizzabili.
In un periodo in cui la crisi idrica è una realtà sempre più concreta, recuperare anche l’acqua “nascosta” diventa un gesto ecologico. Non solo si risparmia sul consumo idrico domestico, ma si riduce anche la pressione sugli impianti di depurazione.
Ogni litro non sprecato è un litro risparmiato, soprattutto nelle città dove l’estate significa irrigazione continua, lavaggi frequenti e raffreddamento costante.
La risposta è: con moderazione e attenzione. Essendo povera di minerali, può causare uno squilibrio nei nutrienti del terreno se usata come unica fonte. Tuttavia, diluita o alternata all’acqua di rubinetto, può essere utile nei periodi di scarsità, soprattutto per ortaggi più resistenti come zucchine o pomodori.
Recuperare l’acqua di condensa è solo una delle strategie. Ma ce ne sono altre:
L’acqua del condizionatore è spesso vista come un fastidio, un sottoprodotto inutile. In realtà, rappresenta una risorsa alternativa e preziosa, che può trovare impiego in tantissime situazioni quotidiane. Basta davvero poco: una tanica, un po’ di attenzione e un pizzico di consapevolezza in più.
In un mondo che cerca sempre nuove soluzioni sostenibili, imparare a recuperare ciò che prima buttavamo è già una rivoluzione.
Fonti e approfondimenti: