Quando la musica diventa (troppo) verde: tra concerti spettacolari e greenwashing

Giulia Tripaldi
May 22, 2025
5 min read

Andare a un concerto è un’esperienza che molti definirebbero unica. Emozioni condivise con migliaia di persone, adrenalina, e la magia di sentire la musica dal vivo. Eppure, negli ultimi anni, oltre alla musica e alle luci, un altro tema è emerso: la sostenibilità. Artisti e grandi eventi come i Coldplay e il Jova Beach Party stanno cercando di unire il loro linguaggio musicale con quello della tutela ambientale. Ma quanto c’è di reale dietro a questa narrativa? Quanto la sostenibilità è solo una strategia di marketing?

I Coldplay e il tour “green” che fa discutere

Quando i Coldplay annunciano il loro tour “Music of the Spheres”,la promessa è chiara: un tour eco-sostenibile, il più verde della storia. La band si impegna a ridurre al minimo l’impatto ambientale, con pannelli solari, piste da ballo che producono energia grazie ai movimenti del pubblico e un programma di piantumazione di alberi per ogni biglietto venduto. Ma nonostante gli sforzi, i numeri parlano chiaro. Secondo un’indagine della BBC e fonti ufficiali della band, il tour ha comunque comportato milioni di tonnellate di CO2. Questo è dovuto principalmente ai voli intercontinentali, ai trasporti delle attrezzature e agli spostamenti di migliaia di persone per assistere agli eventi. Le compensazioni sono un passo avanti, ma non eliminano l'impronta ecologica di un tour globale. La realtà è che, pur con le migliori intenzioni, l'impatto ambientale di un mega-evento come questo resta considerevole.

Jova Beach Party: natura e polemiche

Il Jova Beach Party ha portato la musica sulle spiagge italiane, unendo spettacolo e impegno per l’ambiente. Il messaggio ufficiale è chiaro: la musica può essere un veicolo per promuovere il rispetto per la natura. Tuttavia, non sono mancate le polemiche. Molti ambientalisti, tra cui Legambiente, hanno sollevato dubbi sul possibile impatto ambientale dell’evento, evidenziando rischi per ecosistemi fragili come le dune e le spiagge protette. I rilievi tecnici hanno documentato danni alla fauna locale e alle risorse naturali, nonostante gli sforzi per minimizzare l’impatto e le collaborazioni con organizzazioni come il WWF. Anche in questo caso, la domanda resta: può un evento che attrae centinaia di migliaia di persone in ambienti naturali essere considerato realmente sostenibile, solo perché porta un messaggio ecologico?

La narrazione fuorviante delle star: un greenwashing mediatico?

Siamo circondati da celebrità che si dichiarano paladini della sostenibilità, presentando le proprie scelte come esempi da seguire. Ma quanto questi messaggi sono autentici? A volte la sostenibilità diventa solo un'etichetta, uno strumento per ripulire l’immagine pubblica o per cavalcare un trend. Quando un artista si presenta come eco-friendly, spesso i consumatori e il pubblico si sentono rassicurati, ma è fondamentale chiedersi: queste scelte sono davvero legate a un cambiamento concreto o sono solo operazioni di marketing? La sostenibilità rischia di diventare una cornice patinata, in cui l’immagine conta più delle azioni effettive.

Il prezzo della musica dal vivo: impatti, numeri e possibili benefici

Dietro la magia dei concerti ci sono numeri pesanti. Ogni evento richiede enormi quantità di energia: dai trasporti (che da soli possono rappresentare fino all’80% delle emissioni complessive),al consumo di risorse, fino alla produzione di rifiuti. Le emissioni derivanti dai voli, dalla movimentazione delle attrezzature e dalle strutture stesse(palchi, luci, sound system) sono enormi. Un solo concerto può produrre decine di tonnellate di CO2. Tuttavia, un evento musicale ben gestito può anche avere effetti positivi. Se progettato in modo consapevole, può sensibilizzare un vasto pubblico, finanziando progetti ecologici, riducendo l'impronta attraverso tecnologie green e educando il pubblico a comportamenti più responsabili. La vera sfida, tuttavia, è la trasparenza: artisti, organizzatori e pubblico devono confrontarsi con i dati reali e non con dichiarazioni vaghe. Solo così sarà possibile distinguere tra un impegno reale e il semplice greenwashing.

Cosa possiamo fare noi?

La sostenibilità non riguarda solo gli artisti o gli organizzatori: anche noi, come spettatori, possiamo fare la nostra parte. Non bisogna sentirsi in colpa per aver partecipato a un evento musicale, ma è importante essere consapevoli delle scelte che facciamo. Ecco alcuni consigli pratici:

  • Preferire il trasporto pubblico o il car pooling per ridurre l’impronta carbonica.
  • Ridurre i rifiuti: porta una borraccia, evita la plastica monouso, e rispetta le strutture che ospitano l’evento.
  • Scegliere merchandising ecosostenibile: sempre più artisti stanno producendo articoli eco-friendly, fatti con materiali riciclati o sostenibili.

Ogni piccolo gesto conta. Se, come spettatori, facciamo scelte consapevoli, possiamo contribuire a rendere la musica un po’ più green. La sostenibilità è un percorso collettivo, che si costruisce con scelte quotidiane, e la musica potrebbe essere una splendida colonna sonora di questo cambiamento.

Fonti:

Giulia Tripaldi
May 22, 2025
5 min read