
Oggi 20 novembre 2025, al Monastero di Camaldoli, in provincia di Arezzo, si terrà la conferenza intitolata “Montagna in prima linea: gestione, conservazione e sfide climatiche”. Si tratta del primo evento di una campagna promossa da ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), dedicata a rilanciare e proteggere le aree interne e montane d’Italia. L’iniziativa nasce da una consapevolezza semplice ma potente: le montagne non sono solo paesaggi da ammirare, ma presidi vitali per la sicurezza idrogeologica e la resilienza ambientale dell’intero Paese.
Durante il convegno interverranno amministratori locali e regionali, docenti universitari, ricercatori ed esperti degli enti territoriali. L’obiettivo è presentare proposte concrete e casi studio di consorzi di bonifica che operano nelle aree montane, mostrando modelli di gestione dell’acqua e del suolo capaci di conciliare la tutela ambientale con lo sviluppo economico.
Particolarmente rilevante sarà il tema della sicurezza idrogeologica: secondo ANBI, «la sicurezza idrogeologica della pianura nasce a monte», sottolineando come la gestione delle montagne abbia effetti diretti anche sulle aree a valle.
Un altro focus importante riguarda il rilancio delle comunità montane: non solo conservazione, ma anche valorizzazione culturale, economica e sociale delle aree interne, che rischiano l’abbandono demografico.
Le terre alte svolgono un ruolo strategico nella regolazione delle risorse idriche: un suolo ben gestito e una rete idrica curata possono prevenire frane, smottamenti e alluvioni nelle zone sottostanti. Inoltre, con il cambiamento climatico, le montagne sono ecosistemi particolarmente vulnerabili: l’innalzamento delle temperature, il cambiamento dei regimi di pioggia e il ritiro dei ghiacciai rendono urgente un ripensamento delle politiche territoriali.
L’evento di Camaldoli, quindi, serve a mettere in luce non solo la criticità delle terre alte, ma anche il loro potenziale come “laboratorio” di pratiche sostenibili. La montagna, in questa prospettiva, non è un'area marginale, bensì una risorsa strategica per la resilienza nazionale.
Tra i modelli che verranno discussi, c’è una forte attenzione all’economia verde locale: filiere rurali di montagna, turismo sostenibile, sviluppo di comunità resilienti. I progetti presentati dai consorzi di bonifica includono piani di gestione idrica moderni, ma anche interventi di rigenerazione territoriale, che possono garantire occupazione e senso di comunità nelle zone più isolate.
Allo stesso tempo, si prevede di proporre una governance integrata: le montagne dovrebbero essere incluse nei piani nazionali di adattamento climatico e negli strumenti di sviluppo territoriale, con risorse dedicate e politiche ad hoc.
Se le proposte emerse dal convegno saranno implementate, gli effetti potrebbero essere profondi. Da un lato, si potrebbe rafforzare la sicurezza territoriale grazie a una gestione più efficace delle acque e del suolo. Dall’altro, si potrebbe favorire la rinascita delle comunità di montagna, contrastando lo spopolamento e promuovendo stili di vita sostenibili.
Inoltre, il convegno ha il potenziale di influenzare le politiche nazionali: la montagna potrebbe essere riconosciuta non solo come bene ambientale, ma come asset strategico per la resilienza del Paese, meritevole di investimenti e attenzione politico-istituzionale.
L’iniziativa di ANBI non si limita a un singolo appuntamento: si colloca in un contesto più ampio di riflessione sulle montagne italiane. A fine novembre 2025, ad esempio, l’Università IULM di Milano ospiterà il convegno internazionale “Rete Montagna – sfide, identità e politiche per il futuro delle terre alte”, promosso con il patrocinio del CAI (Club Alpino Italiano). Quel momento sarà un’ulteriore tappa per costruire un’agenda condivisa che metta al centro le montagne come pilastri di sostenibilità.
Per Abouthat, questo convegno offre un’opportunità di contenuto particolarmente ricca. Raccontare “Montagna in prima linea” significa esplorare temi chiave della sostenibilità: gestione idrica, adattamento climatico, rigenerazione territoriale, vita comunitaria nei borghi montani. Un articolo su questo tema può mettere in luce un’idea spesso trascurata: che le terre alte non sono solo uno scenario bello da vedere, ma un elemento cruciale per la resilienza ambientale e sociale dell’Italia.
Potresti sviluppare un contenuto narrativo che unisca reportage, analisi di policy, interviste con esperti (amministratori ANBI, ricercatori, rappresentanti dei consorzi di bonifica). Questo tipo di pezzo si sposa perfettamente con la mission di Abouthat: sostenibilità, innovazione e connessione tra comunità e ambiente.
Tuttavia, non mancano le difficoltà. Affinché le proposte diventino azioni concrete, serve un impegno reale da parte degli enti locali, delle istituzioni nazionali, e dei consorzi. La governance sostenibile richiede risorse, dati, monitoraggio continuo. Occorre coinvolgere le comunità, non solo come destinatari, ma come protagonisti attivi del processo di trasformazione.
Inoltre, il percorso di rigenerazione delle aree montane non è rapido: richiede visione strategica, co-progettazione, e investimenti a lungo termine. Ma il convegno di Camaldoli può essere una tappa decisiva per mettere in moto questa visione.
L’evento di Camaldoli rappresenta molto più di un momento simbolico. È l’avvio di una campagna nazionale che potrebbe ridefinire il modo in cui guardiamo alle montagne italiane: non più come luoghi isolati, ma come leve di resilienza territoriale, ecosistemi strategici da valorizzare. Se le proposte presentate verranno fatte proprie, potremmo essere all’inizio di una nuova stagione per le terre alte, con benefici concreti per l’ambiente, per le comunità e per il Paese nel suo complesso.
Per Abouthat, raccontare questa narrazione significa contribuire a dare visibilità a un tema fondamentale e spesso trascurato: la sostenibilità che parte “da monte”, ma che tocca la pianura, i borghi, le persone.





