Giornata internazionale della montagna: perché questi territori contano più di quanto pensiamo

Giulia Tripaldi
December 10, 2025
5 min read

L’11 dicembre si celebra la Giornata internazionale della montagna, una ricorrenza che rischia spesso di passare inosservata o di essere ridotta a una celebrazione simbolica fatta di belle immagini e parole rassicuranti. Eppure, parlare di montagna oggi significa parlare di questioni molto concrete: acqua, clima, lavoro, territori che cambiano e comunità che resistono.

Le montagne non sono solo luoghi lontani o cartoline stagionali. Sono spazi vissuti, fragili e centrali, che raccontano in anticipo ciò che poi accade anche altrove. Guardarle davvero significa comprendere meglio il presente e, soprattutto, il futuro.

Che cos’è la Giornata internazionale della montagna e perché esiste

La Giornata internazionale della montagna è stata istituita dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione sull’importanza dei territori montani e delle popolazioni che li abitano. Le montagne coprono una parte significativa del pianeta e svolgono un ruolo fondamentale negli equilibri ambientali e sociali, eppure restano spesso ai margini delle politiche pubbliche e del dibattito quotidiano.

Questa giornata non nasce per celebrare la bellezza delle vette, ma per ricordare che i sistemi montani sono complessi, interconnessi e vulnerabili. È un invito a guardare oltre l’estetica e a riconoscere il valore strategico della montagna nella vita di tutti.

Perché la montagna è una questione di sostenibilità quotidiana

Anche chi vive lontano dalle Alpi o dagli Appennini dipende, spesso senza saperlo, dalle montagne. Una parte rilevante dell’acqua potabile che arriva nelle città nasce in alta quota. I fiumi, le falde e gli invasi sono alimentati da neve, ghiacciai e bacini montani.

Le montagne contribuiscono inoltre alla regolazione del clima, ospitano una grande biodiversità e svolgono una funzione di protezione naturale contro frane e alluvioni. Quando questi equilibri si rompono, le conseguenze non restano confinate in quota, ma si propagano verso valle.

In questo senso, la montagna è uno dei luoghi in cui la sostenibilità quotidiana smette di essere un concetto astratto e diventa una condizione necessaria per garantire sicurezza e benessere collettivo.

Cosa sta succedendo oggi alle montagne italiane

Negli ultimi decenni le montagne italiane stanno cambiando rapidamente. Il cambiamento climatico si manifesta in modo evidente attraverso l’aumento delle temperature, la riduzione delle nevicate e il ritiro dei ghiacciai. Eventi estremi come frane, colate detritiche e siccità colpiscono territori già fragili, spesso poco infrastrutturati.

Accanto ai cambiamenti ambientali, esistono trasformazioni sociali profonde. Molti piccoli comuni di montagna si stanno spopolando. I servizi essenziali diminuiscono, le scuole chiudono, l’età media aumenta. In alcuni casi la montagna diventa un luogo visitato ma non più abitato, vissuto solo in modo intermittente.

Allo stesso tempo, però, emergono esperienze di resistenza e adattamento. Comunità che provano a restare, a reinventare il lavoro, a valorizzare risorse locali senza snaturarle. È in questi territori che la sostenibilità assume un significato concreto, legato alla capacità di vivere con ciò che c’è, senza consumarlo.

Relief map of the Apennines

Turismo e montagna: opportunità o rischio?

Il turismo è spesso indicato come una delle principali risorse per le aree montane. In alcuni casi ha permesso di mantenere vivi borghi, creare occupazione e investire nella manutenzione del territorio. Ma non sempre il turismo è sinonimo di sviluppo sostenibile.

Quando è concentrato in brevi periodi, legato solo alla neve o a modelli di consumo intensivi, rischia di accentuare le fragilità. Infrastrutture sovradimensionate, pressione sulle risorse idriche, lavoro stagionale precario possono trasformare la montagna in un ambiente sempre più dipendente e instabile.

La vera sfida è immaginare un rapporto diverso, più equilibrato, in cui il turismo non sostituisca la vita delle comunità ma la accompagni, rispettando i limiti ambientali e sociali dei territori.

Montagna e città: un legame invisibile ma decisivo

La distanza tra montagna e città è spesso solo apparente. Le decisioni prese nei centri urbani influenzano direttamente i territori montani, così come ciò che accade in quota ha effetti concreti sulle pianure. Dalla gestione dell’acqua alla prevenzione del dissesto idrogeologico, dall’energia alla sicurezza alimentare, il legame è continuo e reciproco.

Pensare alla montagna come a un mondo separato significa sottovalutare questa interdipendenza. Al contrario, riconoscerla aiuta a comprendere che investire nella cura dei territori montani è una forma di prevenzione e di responsabilità collettiva.

Perché questa giornata non dovrebbe restare simbolica

La Giornata internazionale della montagna ha senso solo se diventa un’occasione per interrogarsi sulle scelte quotidiane e sulle politiche di lungo periodo. Non servono celebrazioni vuote, ma attenzione costante, strumenti adeguati e visione.

Parlare di montagna oggi significa parlare di acqua, clima, lavoro, comunità, futuro. Significa chiedersi se vogliamo territori marginalizzati o territori vivi, se consideriamo la montagna un peso o una risorsa, se siamo disposti a riconoscerne il valore anche quando non produce numeri immediati.

Le montagne come specchio del nostro futuro

Le montagne sono spesso il primo luogo in cui si manifestano gli squilibri ambientali e sociali. Guardarle con attenzione significa osservare in anticipo ciò che potrebbe accadere altrove.

In questa Giornata internazionale della montagna, forse il messaggio più importante è proprio questo: le montagne non chiedono celebrazioni, ma scelte coerenti. Prendersene cura non è un gesto romantico, ma un atto di responsabilità verso un equilibrio che riguarda tutti, ogni giorno.

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Giulia Tripaldi
December 10, 2025
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