Cosa si può fare con gli scarti del vino rosso?

Cosimo Squillante
July 12, 2025
5 min read

Il vino rosso è da sempre simbolo di convivialità, cultura e tradizione. Ma dietro ogni bottiglia stappata si nasconde una storia fatta non solo di aromi e sapori, ma anche di scarti: bucce, vinaccioli, raspi e feccia. Ti sei mai chiesto cosa succede a tutto ciò che resta dopo la vinificazione?

La buona notizia è che oggi, grazie all’innovazione e alla crescente attenzione alla sostenibilità, gli scarti del vino rosso non vengono più considerati rifiuti, ma risorse preziose.

Cosa sono le vinacce e a cosa servono?

Quando si parla di scarti del vino rosso, una parola ricorre spesso: vinacce. Ma cosa sono? Le vinacce sono ciò che rimane dell’uva dopo la spremitura: bucce, semi (vinaccioli) e talvolta i raspi.

Sono ricche di polifenoli, tannini e antiossidanti. Proprio per questo motivo oggi vengono impiegate in moltissimi settori:

  • Cosmetica: per creare creme, scrub e maschere viso antiossidanti.
  • Integratori alimentari: grazie alla presenza di resveratrolo e flavonoidi.
  • Energia: trasformate in biomassa o biogas.
  • Concime: come compost o fertilizzante organico.

Si possono mangiare gli scarti del vino?

Una domanda frequente è: “Si possono mangiare gli scarti del vino?”. La risposta è: sì, se trattati correttamente.

I vinaccioli, ad esempio, vengono pressati per ottenere un pregiato olio di vinacciolo, ricco di grassi buoni e molto usato in cucina. Le bucce, essiccate, possono essere impiegate in farine alternative o in snack salutari. Ma attenzione: non bisogna improvvisare, perché gli scarti devono essere lavorati in modo sicuro per eliminare eventuali residui alcolici o contaminanti.

Dove finiscono gli scarti del vino?

In passato, gran parte di questi residui finiva semplicemente in discarica o veniva utilizzata come foraggio. Oggi invece si parla di economia circolare, e le cantine più innovative trasformano ogni grammo di scarto in opportunità.

Le vinacce possono essere:

  • Essiccate e vendute all’industria cosmetica o alimentare.
  • Usate in distilleria per produrre grappa.
  • Compostate per arricchire il terreno.
  • Trasformate in biomateriali per imballaggi o tessuti.

Cosa si fa con i vinaccioli?

I vinaccioli sono piccoli, duri e apparentemente inutili. Eppure, sono una miniera nascosta. Dal loro interno si estrae un olio leggerissimo, utilizzato in:

  • Alimentazione: è resistente alle alte temperature, perfetto per fritture leggere.
  • Cosmesi: ha proprietà emollienti e antiage.
  • Farmaceutica: per i suoi effetti antinfiammatori e antiossidanti.

Inoltre, la polvere di vinacciolo, ottenuta dalla macinazione, è utilizzata come ingrediente in farine funzionali o integratori.

Gli scarti del vino possono diventare tessuti?

Una delle applicazioni più sorprendenti è quella nel mondo della moda sostenibile. Sì, hai letto bene: dagli scarti del vino rosso si possono ottenere tessuti. Aziende italiane come Vegea hanno sviluppato eco-pelli e materiali alternativi al cuoio, partendo proprio da vinacce e bucce d’uva.

Questi materiali sono:

  • Vegani e cruelty-free.
  • Compostabili o riciclabili.
  • Resistenti e morbidi, adatti a borse, scarpe, abbigliamento.

Gli scarti del vino fanno bene alla pelle?

“Gli scarti del vino fanno bene alla pelle?” è una delle ricerche più in voga negli ultimi anni, soprattutto per chi ama i prodotti naturali. La risposta è: assolutamente sì. Le bucce e i vinaccioli sono ricchissimi di polifenoli, potenti antiossidanti che combattono i radicali liberi.

Molti brand cosmetici sfruttano gli estratti di uva rossa per:

  • Ridurre i segni dell’invecchiamento.
  • Rassodare e nutrire la pelle.
  • Proteggere dai danni del sole e dall’inquinamento.

Si può fare carta con gli scarti del vino?

Ebbene sì: si può produrre carta e cartone utilizzando le vinacce. Il risultato? Un prodotto dall’aspetto naturale, con sfumature rosate e una texture unica, usato per:

  • Etichette di vino di lusso.
  • Packaging eco-friendly.
  • Biglietti da visita sostenibili.

Perché riutilizzare gli scarti del vino è importante?

In Italia si producono oltre 40 milioni di ettolitri di vino ogni anno, e con essi milioni di tonnellate di scarti organici. Riutilizzarli significa:

  • Ridurre l’impatto ambientale della filiera vinicola.
  • Valorizzare ciò che prima era considerato rifiuto.
  • Creare nuovi prodotti sostenibili in diversi settori, dall’alimentare alla moda.

È un esempio perfetto di economia circolare, dove ogni elemento ha una seconda vita.

Il futuro parte dagli scarti

Chi l’avrebbe detto che dietro un calice di vino si nascondesse un intero mondo di opportunità? Gli scarti del vino rosso, se trattati con intelligenza e innovazione, possono generare valore, sostenibilità e bellezza.

Dalle creme per la pelle ai tessuti vegani, dalla grappa ai fertilizzanti, nulla viene sprecato. E questo è il vero brindisi al futuro: fare in modo che anche ciò che resta diventi parte del ciclo virtuoso della natura.

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Fonti e approfondimenti:

  • CREA – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura
  • WineWasteLab – Progetti europei sul riuso dei sottoprodotti vinicoli
  • Vegea Company – Tessuti a base di vinaccia
  • Riviste enologiche: Civiltà del Bere, WineMag

Cosimo Squillante
July 12, 2025
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