Coltivare riso in città? In Giappone lo fanno sui tetti degli uffici

Giulia Tripaldi
June 26, 2025
5 min read

Lo sapevi che in Giappone coltivano riso sui tetti degli uffici?

Sembra una scena uscita da un film futuristico, ma è pura realtà: in alcune città giapponesi, gli edifici aziendali ospitano vere e proprie risaie urbane sui tetti. Una trovata curiosa? Sì. Ma anche un esempio perfetto di come l’innovazione green possa integrarsi con la vita quotidiana, migliorando ambiente, benessere e persino la produttività.

Oggi vi portiamo dall’altra parte del mondo per raccontarvi un modo tutto nuovo di pensare gli spazi urbani. E chissà, magari anche ispirare qualche idea replicabile.

I benefici delle risaie sui tetti

Il progetto delle risaie sui tetti nasce a Tokyo nei primi anni 2000. L’obiettivo iniziale era semplice: rinfrescare gli edifici durante le estati torride, migliorando al tempo stesso la qualità dell’aria. I tetti coltivati funzionano infatti come isolanti naturali, riducendo la necessità di climatizzazione e contribuendo così alla riduzione dei consumi energetici.

Ma i benefici sono andati ben oltre le aspettative. Le risaie urbane sono diventate micro habitat biodiversi, attirano insetti impollinatori e piccoli uccelli, migliorano la gestione delle acque piovane e creano uno spazio di connessione tra persone e natura — proprio nel cuore della metropoli.

Risaie urbane e benessere sul lavoro: cosa accade a Tokyo

Nei casi più interessanti, come quello dell’edificio del Sumitomo Realty & Development a Tokyo, i dipendenti stessi partecipano alla cura delle risaie. Non è solo una questione ambientale: prendersi cura delle piante, osservare i cicli naturali, raccogliere il riso con le proprie mani… tutto questo riduce lo stress, rafforza il senso di comunità e migliora l’equilibrio tra lavoro e vita personale.

Questi interventi rientrano nel più ampio concetto di urban farming, l’agricoltura urbana, sempre più diffusa in molte città del mondo. E se pensi che coltivare in città sia solo una moda hipster, sappi che secondo la FAO, l’agricoltura urbana può contribuire fino al 20% dell’approvvigionamento alimentare globale nelle città.

Risaie e cambiamento climatico: perché conta

Tokyo è una città che ha sofferto a lungo le estati calde, e il fenomeno dell’isola di calore urbana è ben noto: l’asfalto e il cemento assorbono calore durante il giorno e lo rilasciano lentamente di notte, facendo salire le temperature rispetto alle aree rurali. I tetti verdi, specialmente se coltivati, riducono questo effetto e contribuiscono a rendere il clima urbano più vivibile.

Ma c’è di più. Coltivare riso in città è anche un modo per accorciare la filiera alimentare, riducendo le emissioni legate ai trasporti e rafforzando l’autonomia locale.

Secondo uno studio pubblicato dalla Tokyo University of Agriculture, le risaie sui tetti possono contribuire a ridurre la temperatura della superficie dell’edificio fino a 3°C nei mesi estivi. Questo si traduce in un risparmio energetico significativo e in un miglior comfort per chi lavora all’interno.

Dalla tradizione all’innovazione

Coltivare riso è un gesto fortemente simbolico in Giappone: è legato alla storia, alla cultura e all’identità nazionale. Portare questa tradizione in cima ai grattacieli è un modo per rimettere le radici in una società altamente tecnologica, senza perdere il legame con la natura.

E non è un caso isolato. In tutto il mondo si stanno moltiplicando i progetti di agricoltura urbana sui tetti: orti a New York, serre verticali a Singapore, alveari a Parigi, vigneti a Torino. Ma le risaie giapponesi hanno un fascino particolare perché mescolano l’alta tecnologia degli edifici intelligenti con la lentezza del gesto agricolo più antico.

Inoltre, grazie all’uso di tecniche come il riciclo dell’acqua piovana e l’integrazione con sistemi fotovoltaici, alcune risaie urbane diventano veri e propri laboratori di sostenibilità integrata, dove ogni elemento – energia, acqua, suolo – viene ottimizzato.

E in Italia?

Anche da noi si sta sviluppando l’attenzione verso i tetti verdi e le coltivazioni urbane. A Milano, per esempio, il progetto Green Roofs prevede incentivi per la realizzazione di coperture vegetali. E in diverse città stanno nascendo esperienze di giardini pensili, orti condominiali e serre urbane.

Non abbiamo ancora risaie metropolitane (anche se, con la nostra tradizione risicola in Piemonte e Lombardia, non sarebbe un’idea così lontana). Ma qualcosa si muove, e guardare all’esempio giapponese potrebbe ispirare politiche più coraggiose.

Agricoltura urbana: quanto potenziale c’è sopra le nostre teste?

Secondo un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), nelle città europee ci sono milioni di metri quadri di tetti potenzialmente trasformabili in superfici verdi. Se pensiamo ai vantaggi: migliore isolamento termico, assorbimento di CO2, filtraggio delle polveri sottili, riduzione dell’inquinamento acustico, aumento della biodiversità urbana, il potenziale è enorme.

E se in cima a questi tetti crescessero pomodori, lattuga… o magari riso?

Non servono sempre tecnologie avanzatissime per fare la differenza. A volte basta una piantina, un po’ d’acqua e qualche metro quadro inutilizzato. Con un pizzico di visione, anche i tetti più grigi possono diventare spazi produttivi e rigenerativi.

Fonti:

Giulia Tripaldi
June 26, 2025
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