Il mondo dell’energia si trova ad un punto di svolta. Mentre la transizione verso fonti rinnovabili prosegue, cresce l’interesse per i Small Modular Reactors (SMR), ovvero i mini-reattori nucleari. In molti stanno chiedendo: “Cosa sono gli SMR?” e “Perché puntare sui piccoli reattori nucleari?”. La risposta potrebbe cambiare per sempre il nostro modo di produrre energia, bilanciando sicurezza, sostenibilità e convenienza economica.
Gli SMR sono reattori nucleari di dimensioni ridotte (fino a 300 MWe), progettati per essere modulari, costruiti in serie in fabbrica e trasportati sul sito finale. Questi impianti innovativi si contraddistinguono per:
Grazie alla loro capacità industriale, possono essere impiegati in contesti remoti, zone industriali o persino per alimentare data center e infrastrutture ad alta densità energetica.
Uno dei più grandi limiti delle rinnovabili è la loro intermittenza: sole ed eolico non bastano sempre. Qui entrano in gioco gli SMR, che offrono energia continua, zero emissioni in esercizio e flessibilità per bilanciare la rete.
Secondo studi, questi reattori contribuirebbero in modo decisivo alla decarbonizzazione, spingendo verso la neutralità climatica entro il 2050. Inoltre, permettono una ridefinizione dei costi: meno investimenti iniziali, maggiore certezza sui tempi e sui consumi, e possibilità di produzione industriale in serie.
Negli Stati Uniti, aziende come Holtec, X‑energy, TerraPower,NuScale e Newcleo ricevono milioni di investimenti dal settore privato e governativo per sviluppare SMR, specialmente per alimentare data center e infrastrutture AI.
Nel Regno Unito, l’Energy Secretary Ed Miliband ha inserito 2,5 miliardi di sterline per la tecnologia SMR nel piano di rilancio energetico. Il gruppo Rolls‑Royce SMR è in vantaggio nella corsa europea, sebbene permangano dubbi su tempi e costi.
Dopo quasi quattro decenni di totale bando, l’Italia ha rilanciato il tema nucleare. A febbraio 2025 è nata Nuclitalia, una joint venture tra Enel, Leonardo e Ansaldo Energia, con l’obiettivo di studiare e sviluppare SMR ad acqua convenzionale.
Nel frattempo, Edison ha annunciato la possibile installazione di due SMR Nuward (progetto EDF) tra il 2030 e il 2040, con un piano per raggiungere il 50 % di generazione a zero emissioni nel 2030. Inoltre, l’Italia partecipa all’alleanza industriale europea sugli SMR, con accordi tra ENEA, EDF ed Edison per condividere tecnologie, sicurezza e trasferimento di know-how.
Un altro protagonista emergente è Newcleo, fondata nel 2021. Sviluppa reattori a piombo liquido (LFR), performanti, modulari e con focus su economia circolare del combustibile nucleare. Ha già raccolto centinaia di milioni e punta a produrre un prototipo da 30 MWe entro il 2031.
Non mancano però i dubbi. Il nucleare, anche in forma SMR, comporta scorie radioattive da gestire nel lungo periodo. Poi c’è il tema delle spese iniziali e del finanziamento: spesso serve il supporto statale tramite modelli come il RAB o strumenti simili.
Inoltre, associazioni ambientaliste come Greenpeace rimangono scettiche: “nessun SMR è ancora operativo, la storia del nucleare è costellata di ritardi e overbudget”. Un allarme da non ignorare.
Un capitolo inaspettato riguarda la difesa. In Italia, Fincantieri sta valutando reattori nucleari compatti per le navi nel programma Minerva, insieme a Newcleo, Ansaldo e Università di Genova. Se approvato, sarebbe un preludio a rivoluzionare la propulsion navale e aprire scenari militari e civili nuovi.
Il quadro che emerge è quello di una transizione energetica mista, in cui rinnovabili e nucleare non si escludono ma si integrano. Gli SMR possono diventare la colonna portante di un nuovo sistema elettrico resiliente, modulabile, low-carbon e all’avanguardia.
Il percorso però è appena iniziato. Entro il 2030 vedremo i primi SMR operativi nel mondo, mentre in Italia e nel Nord Europa si investirà sia nella sperimentazione (Nuclitalia, Edison) sia nel dialogo tra imprese e istituzioni sulla normativa.
Gli Small Modular Reactors rappresentano oggi una delle più interessanti scommesse per la transizione ecologica. Offrono soluzioni reali a problemi energetici, ambientali e di stabilità della rete. Ma il loro sviluppo richiede prudenza, trasparenza, gestione delle scorie e coraggio politico.
La vera domanda è: saprà il mondo cogliere questa rivoluzione senza ripetere i vecchi errori del nucleare? Il tempo dirà, ma gli SMR sono sicuramente al centro di un nuovo capitolo storico dell’energia.
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