Bioplastiche dai microrganismi: cosa sono, vantaggi e sfide per un futuro senza plastica

Giulia Tripaldi
August 27, 2025
5 min read

L’inquinamento da plastica è uno dei problemi ambientali più gravi del nostro tempo. Ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, danneggiando gravemente gli ecosistemi marini e mettendo a rischio la salute umana. In questo scenario, le bioplastiche rappresentano una soluzione promettente e rivoluzionaria. A renderle possibili sono proprio i microrganismi, in particolare i batteri, che attraverso processi naturali possono produrre materiali biodegradabili capaci di sostituire la plastica convenzionale.

Cosa sono le bioplastiche derivate dai batteri?

Alcuni batteri, se sottoposti a particolari condizioni di stress, sono in grado di produrre poli-idrossialcanoati (PHA), una forma di bioplastica completamente biodegradabile. Il PHA si accumula come riserva energetica all’interno delle cellule batteriche e può poi essere estratto per realizzare bioplastiche. La caratteristica più importante è che questi materiali si decompongono naturalmente entro 6-12 mesi, senza rilasciare microplastiche o sostanze tossiche, rendendoli una valida alternativa ecologica alla plastica tradizionale.

I benefici delle bioplastiche batteriche

Le bioplastiche prodotte dai microrganismi hanno diversi vantaggi rispetto alla plastica convenzionale. La biodegradabilità è il primo aspetto chiave: mentre le plastiche derivate dal petrolio possono resistere nell’ambiente per oltre 400 anni, i PHA si degradano in pochi mesi. Inoltre, la loro produzione è sostenibile, perché i batteri possono essere alimentati con scarti organici provenienti da agricoltura e industria alimentare. Ciò consente di ridurre sia l’uso di risorse fossili sia le emissioni di gas serra, che risultano inferiori del 30-80% rispetto alla plastica tradizionale.

Come i microrganismi riducono emissioni e microplastiche

Le bioplastiche microbiche non solo sostituiscono la plastica, ma offrono anche una doppia opportunità: ridurre le emissioni climalteranti e contrastare l’inquinamento da microplastiche. A differenza della plastica convenzionale, che si frammenta in particelle microscopiche persistenti nell’ambiente, i PHA si degradano senza lasciare residui. Questo aspetto è particolarmente importante per oceani e mari, dove le microplastiche sono ormai presenti in ogni ecosistema e nella catena alimentare umana.

Innovazioni e ricerche sulle bioplastiche microbiche

Le bioplastiche da batteri sono un campo di ricerca in rapida espansione. L’ingegneria genetica permette di aumentare la resa produttiva dei microrganismi, riducendo i costi industriali fino al 50%. Tra le aziende all’avanguardia troviamo Mango Materials, che utilizza il gas metano come nutrimento per i batteri, trasformandolo in bioplastica, e Bio-on, realtà italiana che ha sviluppato soluzioni su scala industriale per portare queste bioplastiche sul mercato globale.

Le aziende che investono nelle bioplastiche dai batteri

Il settore sta attirando sempre più investimenti. Start-up e multinazionali stanno sperimentando diversi approcci per rendere le bioplastiche competitive: dall’uso di rifiuti organici come materia prima, fino all’impiego di fonti rinnovabili per alimentare i processi di fermentazione batterica. Questo scenario apre la strada a una nuova economia circolare, dove i rifiuti diventano risorse preziose per produrre materiali sostenibili.

Sfide e prospettive future delle bioplastiche batteriche

Nonostante le potenzialità, restano ostacoli da superare. I costi di produzione delle bioplastiche microbiche sono ancora superiori del 20-50% rispetto alla plastica convenzionale. La sfida principale è aumentare la scala produttiva e migliorare le tecniche di fermentazione. Un altro punto critico riguarda l’integrazione normativa: le politiche europee, come il divieto alla plastica monouso, possono accelerare la diffusione delle bioplastiche, ma servono anche incentivi economici per rendere il settore competitivo.

Un mondo senza plastica convenzionale: sogno o realtà?

La produzione di bioplastiche attraverso i batteri rappresenta una vera rivoluzione sostenibile. Tuttavia, siamo ancora in una fase iniziale: servono investimenti, ricerca e politiche di sostegno per renderle una soluzione su larga scala. L’obiettivo di un futuro libero dalla plastica tradizionale non è un’utopia, ma una sfida che richiede tempo e impegno collettivo. Se riusciremo a rendere queste innovazioni accessibili e competitive, potremo davvero immaginare un mondo più pulito e sostenibile, dove le bioplastiche non saranno più un’alternativa, ma la norma.

Giulia Tripaldi
August 27, 2025
5 min read