Julian Brown e Plastoline: il ragazzo che trasforma la plastica in carburante

Cosimo Squillante
August 30, 2025
5 min read

La plastica è uno dei problemi ambientali più urgenti del nostro tempo. Ogni anno miliardi di tonnellate finiscono negli oceani, nelle discariche e perfino nell’aria che respiriamo sotto forma di microplastiche. Eppure, da Atlanta, è arrivata la storia di un giovane che ha fatto sognare il mondo: Julian Brown, un ragazzo autodidatta di appena 21 anni, che ha ideato un metodo per trasformare la plastica in carburante. La sua invenzione, chiamata Plastoline, ha acceso i riflettori non solo sull’ingegno giovanile, ma anche sul futuro delle tecnologie legate al riciclo.

Chi è Julian Brown?

Julian Brown non è uno scienziato con titoli accademici o un ricercatore finanziato da grandi aziende. È un inventore autodidatta, cresciuto nei sobborghi di Atlanta, negli Stati Uniti, che ha imparato da solo a saldare, sperimentare e comprendere i principi della scienza applicata. Attraverso i suoi canali social – soprattutto TikTok e Instagram – ha raccontato il suo percorso, conquistando oltre un milione di follower incuriositi dai suoi esperimenti.

Il suo carisma, unito a una capacità rara di spiegare concetti complessi in modo semplice, lo ha trasformato in una vera e propria icona della scienza “dal basso”, quella che nasce più dalla curiosità che dalle strutture accademiche.

Cos’è Plastoline e come funziona?

La sua invenzione si chiama Plastoline: un dispositivo che promette di trasformare la plastica in carburante attraverso un processo chiamato pirolisi a microonde, alimentato da energia solare. In termini semplici, la plastica viene riscaldata fino a scomporsi nei suoi elementi di base, producendo così combustibili come benzina, diesel e perfino carburante per aerei.

The Sun

L’idea non è del tutto nuova: la pirolisi è una tecnica studiata da decenni, ma la novità di Julian starebbe nell’averla resa più accessibile e potenzialmente scalabile, con l’ambizione di renderla utilizzabile anche su piccola scala.

Perché trasformare la plastica in carburante?

La domanda è legittima: se vogliamo ridurre l’inquinamento e combattere la crisi climatica, perché dovremmo puntare a produrre altro carburante fossile, seppure derivato dalla plastica?

La risposta è duplice. Da un lato, riciclare la plastica in carburante consente di ridurre i rifiuti che invadono discariche e oceani, dando loro una seconda vita. Dall’altro, questo carburante potrebbe sostituire parte di quello estratto dal petrolio, chiudendo il cerchio in una sorta di economia circolare.

Naturalmente, restano molti dubbi e perplessità: l’impatto ambientale complessivo dipende da quanta energia richieda il processo, dalla purezza del carburante ottenuto e dai possibili sottoprodotti. Tuttavia, l’idea di Julian rappresenta un punto di partenza affascinante per pensare a nuovi modi di affrontare la crisi dei rifiuti.

La scomparsa misteriosa di Julian Brown

A rendere la sua storia ancora più intrigante non è solo la tecnologia, ma anche ciò che è accaduto di recente. A luglio 2025, Julian ha pubblicato un video preoccupante: con tono agitato, affermava di sentirsi “sotto attacco”, di essere pedinato da un elicottero misterioso e chiedeva ai suoi follower di salvare e condividere il filmato.

Dopo quel video, i suoi profili social sono rimasti silenziosi. Per giorni, il web si è scatenato con teorie complottistiche, alimentate dal fatto che il suo progetto toccava un settore delicato come quello energetico. Alcuni ipotizzavano che grandi aziende potessero sentirsi minacciate, altri parlavano di paranoia.

La madre, Nia Brown, ha rassicurato i fan dichiarando che Julian “stava bene ed era al sicuro”, ma non poteva rivelare altri dettagli “per motivi di sicurezza”. La polizia di Atlanta, intanto, confermava che non c’erano denunce o indagini ufficiali.

Dopo settimane di silenzio, Julian è ricomparso, vivo e vegeto, spiegando di volersi allontanare dalla pressione mediatica. Un epilogo che ha placato le paure, ma che ha reso la sua vicenda ancora più leggendaria.

Investimento da $100.000 da parte del CEO di Alexis Ohanian (776 Foundation)

Il progetto di Julian Brown ha attratto l’interesse non solo del pubblico online, ma anche di investitori di rilievo. Un aspetto fondamentale di questo sostegno è un grant da 100.000 $ ricevuto da Alexis Ohanian, co‑fondatore di Reddit (e marito di Serena Williams), attraverso la sua 776 Foundation, che supporta giovani tra i 18 e i 24 anni impegnati in soluzioni climatiche innovative. Questa iniezione finanziaria non è arrivata da un’azienda in senso tradizionale, bensì direttamente da una figura influente del panorama tecnologico e imprenditoriale, che ha dato fiducia a un inventore autodidatta come Julian. Il fondo è stato utilizzato per sviluppare ulteriormente il prototipo solare‑a‑microonde di Plastoline, dando al giovane una base economica concreta per proseguire le proprie sperimentazioni.

È davvero possibile trasformare la plastica in carburante?

Dal punto di vista scientifico, la risposta è sì: la pirolisi permette di scomporre la plastica e ricavarne oli e carburanti. Già oggi esistono impianti sperimentali in India, Giappone e Stati Uniti che trasformano rifiuti plastici in combustibili.

Il problema è l’efficienza. Spesso il carburante prodotto non è immediatamente adatto ai motori e richiede trattamenti aggiuntivi. Inoltre, il bilancio energetico – quanta energia serve per ottenere carburante – può essere sfavorevole se non si usano fonti rinnovabili.

Il progetto di Julian si colloca proprio su questa linea sottile: un’idea promettente, che però necessita di verifiche, investimenti e sperimentazioni serie per capire se possa davvero diventare una soluzione su larga scala.

Perché la sua storia ha colpito così tanto?

La vicenda di Julian Brown non è solo tecnica. È il simbolo di un tempo in cui i giovani, anche senza lauree prestigiose, possono ispirare milioni di persone con le loro idee. È la dimostrazione che la curiosità e l’ingegno non hanno età né confini.

Il suo percorso racconta anche un aspetto affascinante della scienza contemporanea: la ricerca di soluzioni sostenibili non è più solo nelle mani dei governi e delle multinazionali, ma può nascere anche in un garage, da un ragazzo con un saldatore e tanta determinazione.

Qual è il futuro di Plastoline?

Ad oggi, Plastoline rimane un prototipo, un’idea che ha conquistato i social più che i laboratori ufficiali. Tuttavia, la sua eco mediatica ha già ottenuto un risultato importante: accendere il dibattito sulla gestione dei rifiuti plastici e su nuove vie per ridurre l’impatto ambientale.

Non sappiamo se Julian diventerà il nuovo Edison o se Plastoline si perderà tra le tante invenzioni mai sviluppate. Ma la sua storia resta un invito a credere nella ricerca indipendente, a dare spazio ai giovani e alle idee fuori dagli schemi.

Tra mito e realtà

Julian Brown è diventato, suo malgrado, un personaggio leggendario. La sua invenzione – la plastica che diventa carburante – si muove tra la realtà della scienza e l’entusiasmo della rete, tra potenzialità concrete e suggestioni complottistiche.

Forse il tempo ci dirà se Plastoline sarà davvero una svolta nella lotta all’inquinamento. Nel frattempo, il messaggio che lascia è chiaro: non sottovalutare mai la forza di un’idea, anche se nasce dal nulla.

Fonti

  • The Sun – Who is Julian Brown? Inventor behind viral Plastoline project
    https://www.thesun.co.uk/news/36065213/julian-brown-inventor-plastoline-project/
  • The Sun US – Inventor Julian Brown at center of missing rumors
    https://www.the-sun.com/news/14844105/inventor-julian-brown-missing-atlanta/
  • Quotidiano Motori – Julian Brown e la scomparsa misteriosa
    https://www.quotidianomotori.com/automobili/julian-brown-plastoline-scomparsa/
  • ClubAlfa – Julian Brown, mito e realtà di Plastoline
    https://www.clubalfa.it/automobili/linventore-che-trasforma-plastica-in-carburante-e-sotto-attacco-la-verita-sul-caso-julian-brown-34125
  • Cosimo Squillante
    August 30, 2025
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