Digital twins cittadini: come Bologna sta progettando la città del futuro

Giulia Tripaldi
October 1, 2025
5 min read

Una nuova visione per le città sostenibili

Nel cuore dell’Emilia-Romagna, Bologna sta sperimentando qualcosa che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui viviamo le città. Mentre il mondo urbano cresce e affronta sfide sempre più complesse — dal traffico alla gestione energetica, dalla qualità dell’aria ai cambiamenti climatici — i governi locali cercano strumenti capaci di prevedere, simulare e migliorare il funzionamento delle città in tempo reale.

È in questo scenario che prende forma il progetto “Civic Digital Twin”, una vera e propria gemella digitale della città, sviluppata per modellare i flussi urbani, la socialità, la mobilità, i consumi energetici e persino la percezione degli spazi pubblici da parte dei cittadini. Non si tratta di una semplice mappa virtuale, ma di un sistema dinamico, interattivo e costantemente aggiornato: un cervello digitale che osserva la città, ne studia i comportamenti e permette di testare nuove soluzioni prima di applicarle nella realtà.

L’idea alla base è potente: creare una piattaforma in cui scienza, tecnologia e partecipazione civica si incontrano per costruire città più sostenibili, efficienti e a misura d’uomo. E Bologna, con questo progetto, si candida a essere una delle prime città europee a rendere reale questa visione.

Che cos’è un digital twin urbano

Il termine digital twin nasce nell’industria aerospaziale e indica una replica virtuale di un oggetto fisico capace di simulare e prevedere il suo comportamento. Negli ultimi anni questa tecnologia ha iniziato a uscire dalle fabbriche e a entrare nelle città.

Un digital twin urbano è un modello digitale che rappresenta in tempo reale il funzionamento della città: strade, edifici, reti energetiche, traffico, aria, rifiuti, e anche aspetti sociali come i flussi di persone o l’uso degli spazi pubblici. Ogni volta che un sensore rileva un dato, ad esempio l’inquinamento atmosferico in una strada o l’affluenza in una piazza, il gemello digitale si aggiorna.

La grande forza di questa tecnologia è la capacità di sperimentare scenari futuri senza rischi. Se il Comune vuole chiudere una via al traffico o introdurre una nuova linea di trasporto elettrico, può testare l’impatto sul digital twin prima di applicarlo nella realtà. È un laboratorio virtuale urbano, dove decisioni e politiche pubbliche diventano più scientifiche, trasparenti e fondate sui dati

Come funziona il progetto di Bologna

Il progetto Civic Digital Twin è stato avviato nel 2023 dal Comune di Bologna in collaborazione con l’Università di Bologna, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e diversi partner tecnologici europei. L’obiettivo è costruire un ecosistema digitale integrato che combini dati urbani in tempo reale con modelli predittivi avanzati.

La piattaforma raccoglie informazioni da una rete capillare di sensori distribuiti in città: stazioni meteorologiche, contatori energetici, telecamere sul traffico, sensori di qualità dell’aria e persino dati provenienti dagli smartphone dei cittadini (in forma anonima e aggregata). Questi dati confluiscono in un sistema basato su intelligenza artificiale e machine learningcapace di analizzare pattern, prevedere criticità e simulare possibili interventi.

Un aspetto distintivo del progetto bolognese è il coinvolgimento attivo dei cittadini: vengono organizzati laboratori di co-design nei quartieri, dove residenti e tecnici lavorano insieme per definire priorità, interpretare i dati e suggerire soluzioni. Non è dunque solo un progetto tecnologico, ma anche sociale e partecipativo, pensato per rendere i cittadini protagonisti della trasformazione urbana.

Quali ricerche e innovazioni recenti lo sostengono

Il digital twin di Bologna non nasce dal nulla: si inserisce in una rete di iniziative europee che stanno portando questa tecnologia nel cuore delle città. Tra i riferimenti più importanti c’è il programma Horizon Europe, che finanzia progetti pilota come DestinE (Destination Earth), volto a creare un gemello digitale dell’intero pianeta per simulare eventi climatici estremi, e Living-in.EU, piattaforma per standard condivisi di digitalizzazione urbana.

L’Università di Bologna ha sviluppato modelli climatici urbani per prevedere le isole di calore e progettare strategie di mitigazione, mentre l’ARPAE Emilia-Romagna fornisce dati ambientali ad alta risoluzione. L’integrazione di queste fonti rende il digital twin bolognese uno dei più completi e avanzati d’Europa.

Anche il Joint Research Centre della Commissione Europea ha indicato i digital twins come strumenti chiave per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, sottolineando come possano supportare politiche basate su evidenze scientifiche e ridurre i rischi di decisioni urbanistiche errate o inefficienti.

A cosa serve e perché è importante

Un digital twin urbano non è solo una curiosità tecnologica: può diventare un motore della transizione ecologica. Simulando l’impatto ambientale delle scelte urbanistiche, permette di progettare città più resilienti al cambiamento climatico, ottimizzare i consumi energetici e ridurre le emissioni di CO₂.

Nel caso di Bologna, il sistema potrà valutare in anticipo l’effetto di nuove piste ciclabili sulla qualità dell’aria, simulare come il verde urbano riduca le temperature estive o prevedere l’impatto di nuovi edifici sul traffico cittadino. Tutto questo riduce sprechi di risorse, errori progettuali e costi economici.

Ma l’aspetto forse più innovativo è che questo strumento consente di integrare la dimensione sociale nella pianificazione urbana: capire come i cittadini vivono, si muovono e percepiscono i quartieri diventa parte della progettazione, trasformando la città da spazio costruito a spazio vissuto e condiviso.

Che impatto potrebbe avere sulla vita quotidiana

Nel medio periodo, un digital twin urbano come quello di Bologna potrebbe cambiare il modo in cui le persone interagiscono con la città. I cittadini potrebbero accedere a cruscotti personalizzati, visualizzare i flussi di traffico, l’inquinamento, la disponibilità di mezzi pubblici o biciclette, e pianificare i propri spostamenti in base a dati aggiornati in tempo reale.

Gli amministratori, dal canto loro, potranno anticipare emergenze come alluvioni o ondate di calore e coordinare in modo più efficace i soccorsi, rendendo la città più sicura e vivibile. Anche il settore privato potrebbe beneficiarne, ad esempio ottimizzando la logistica urbana o sviluppando servizi energetici e di mobilità più efficienti.

In prospettiva, strumenti di questo tipo possono favorire una governance urbana trasparente e collaborativa, dove ogni decisione è condivisa, motivata da dati e accessibile ai cittadini.

Perché i digital twins possono cambiare il futuro delle città sostenibili

Il Civic Digital Twin di Bologna rappresenta un esperimento pionieristico in Italia e uno dei progetti più avanzati in Europa. Se funzionerà, potrà diventare un modello replicabile in altre città, aprendo una nuova era in cui la scienza dei dati e la partecipazione civica si intrecciano per costruire città più sostenibili, inclusive e resilienti.

Il futuro delle città non sarà solo fatto di mattoni e asfalto, ma anche di algoritmi, simulazioni e intelligenza collettiva. Bologna sta dimostrando che questa rivoluzione è già cominciata e potrebbe rendere le città non solo più smart, ma finalmente più umane.

Fonti

Giulia Tripaldi
October 1, 2025
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